domenica 19 maggio 2019

L'Incredibile Hulk

L'incredibile Hulk è uno dei personaggi dell'universo Marvel che gode di più popolarità. Basti pensare che è l'unico, assieme all'Uomo Ragno, ad avere dedicate tre serie di cartoni animati, ben cinque serie di telefilm, quattro TV Movie ed un film che è tra i meglio riusciti tra le trasposizioni cinematografiche di fumetti, diretto da Ang Lee. L'idea base è accattivante anche se non inedita: quella dell'Io animalesco, celato nei recessi della nostra mente e nutrito dalla frustrazione un po’ Dottor Jekyll e un po’ Faust.
Stan Lee (Stanley Martin Lieber) e Jack Kirby (Jacob Kurtzberg), per altro, non hanno mai negato di essersi ispirati al "Lo strano caso del Dottor Jekill e Mr. Hyde", uno dei capolavori di Stevenson. L'anno della nascita editoriale è il 1962 e, forti dell'intensificarsi delle fobie nucleari (in quell'anno infatti cessa la moratoria sugli esperimenti atomici e gli Stati Uniti danno il via ad un nuovo intensissimo programma di sperimentazione), i due autori varano una nuova serie (The Incredible Hulk n. 1 - Maggio 1962) in cui, Bruce Banner, coinvolto in un incidente durante l’esperimento di una nuova potentissima bomba, subisce una trasformazione genetica per cui, se sottoposto a stress o rabbia, si trasforma in un essere dalla forza spaventosa e difficilmente governabile.
 Purtroppo la serie subisce anche lei il nefasto influsso Maccartista per cui è necessario attendere parecchi anni prima che il personaggio venga ridefinito a favore di uno dei fumetti meglio realizzati nella storia dei Comics. L'operazione riesce grazie allo scrittore Peter David che, affiancato da giovanissimi e allora sconosciuti disegnatori (Todd McFarlane e Dale Keown tra gli altri), non si limita a risollevare le sorti di una serie destinata ormai a ripetersi ossessivamente sullo sfondo di frasi quali "Hulk spacca", "Hulk distrugge" e "Perché i piccoli uomini blu non lasciano in pace Hulk?" (riferita ai poliziotti, non agli Schtroumpfs di Peyo). Con David il personaggio varia in modo camaleontico e si trasforma di volta in volta in soggetti dalla psicologia intensa. Il lettore conosce quindi Joe Fixit, l’immenso gorilla grigio del malavitoso Michael Berengetti, a Las Vegas, elegantissimo, sempre affamato di sesso e violenza e dotato di un inquietantesenso dell'umorismo oppure Banner, un Hulk dalla potenza eccezionale ma dalla mente geniale.
 L’obiettivo raggiunto da David è un continuo scambio di ruoli tra Hulk e Banner in un frenetico gioco di scatole cinesi per cui non si sa più quale sia l'elemento portante. Viene così ripristinato l'equilibrio creato da Lee e Kirby, per cui il lettore non sa se è Hulk ad essere un problema per Banner o viceversa, il tutto in una furiosa cavalcata contro "villains" di tutti i tipi. Nel 1998, dopo la saga di Onslaught, la serie viene affidata ad autori del calibro di John Byrne, Joe Casey ed Erik Larsen, fino ad arrivare a Bruce Jones che, nonostante il buon lavoro fatto, non riesce ad eguagliare i 132 episodi di Peter David.
















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